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INTERVENTI del Gruppo,
relativi a "S.BENNI: OLTRE
LA SATIRA"
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LA SCOMPOSIZIONE DEL
LINGUAGGIO
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Michela:
la scomposizione del linguaggio determina neologismi ed inusuali associazioni
che, apparentemente absurda verba, si rivelano essere i termini
più corretti ed aderenti alla realtà dell'oggetto indicato.
Un esempio è il termine grande bara, utilizzato per indicare
una generica macchina di lusso: nel racconto CACCIA AL FAGIANO, la macchina-grande
bara è lo strumento di morte che investe l'ignaro "fagiano".
Manuela: sottile l'ironia tragica
nel dichiarare la macchina strumento di morte, attraverso il termine grande
bara, ancor prima che il delitto sia compiuto.
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BESTIE ED UOMINI
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Elena:
l'associazione tra personaggi ed animali in Comici spaventati guerrieri
(es: Lucio Lucertola, Torquato Topo...) spinge certo la narrazione
in una dimensione di alterità paradossale, ma è sostanzialmente
legata ad una antichissima tradizione che può riconoscersi persino
nei bestiari medievali.
Filomena: tradizione risalente addirittura
all'età classica: un esempio è il Catalogo delle donne
di Semonide, e tanti ancora sarebbero i rimandi a precedenti illustri.
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INTELLETTUALI SERVI
DEL POTERE
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Filomena:
è possibile bollare a priori come negative alcune epoche letterarie
i cui prodotti sono frutto di intellettuali servi del potere (es: età
barocca ed augustea)?
Elena: molte opere frutto del connubio talvolta
inevitabile tra intellettuali e potenti si sono imposte come modelli nella
tradizione letteraria (Tasso, Ariosto, Virgilio...) o si sono proposte
come apportatrici di speciali innovazioni capaci di influire ancora in
termini recenti (senza Marino, non ci sarebbe stato Marinetti).
Manuela: molti
intellettuali per necessità di cose si sono dovuti piegare ai potenti
ed all'opera censoria delle istituzioni, ma è necessario distinguere
coloro che hanno tentato di manifestare ugualmente il proprio pensiero,
pur se obbligati a "criptarlo" attraverso vari espedienti. (es:
il "codice segreto" dell'Enciclopedia di Diderot e D'Alembert;
l'ironia di Ariosto...).
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EROISMI A CONFRONTO
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Lucia: in
Benni certamente si esalta l'eroe che si ribella apertamente alla società
ed ai poteri costituiti. Questo è giusto ed apprezzabile: chi è
capace di alzare la testa e dire "no" al potente di turno, a
dispetto anche della propria incolumità, è certamente un
grande spirito.
Ma non può essere considerato eroe anche chi, al contrario, sceglie
di salvaguardare la propria incolumità, senza atti di aperta rivolta,
per evitare un sacrificio personale che, per quanto nobile, considera
vano al fine di un reale e concreto miglioramento della situazione presente?
Certo, deve accettare dei compromessi ed agire nascostamente, ma in tal
modo può agire tangibilmente alla destabilizzazione del potere
iniquo ed alla realizzazione di un nuovo ordine.
Tacito disprezzava chi sceglieva forme aperte di ribellione contro l'autorità:
costoro morivano, ma a che fine? Come potevano, una volta morti, fattivamente
liberare Roma soggetta al dominio di Domiziano? Il loro era un nobile
ma inutile sacrificio.
Filomena:
questo ragionamento può essere ben applicato alla realtà
passata del fascismo.
Ci fu chi scelse il martirio e chi preferì
aderire formalmente al regime, in realtà disprezzandolo ed adoperandosi
fattivamente e segretamente contro di esso.
Michela:
una "coppia" adattissima per esemplificare queste due diverse
forme di eroismo è quella formata da Giordano Bruno e Galileo Galilei.
Se il primo non volle rinnegare le proprie idee ed scelse di affrontare
il rogo in una aperta rivolta contro il potere dell'Inquisizione, Galilei
scelse l'abiura proprio per continuare a sviluppare i propri studi e ricerche.
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